Un bel titolo "clickbait" ci voleva
Ci sono tante cose in cui, negli anni, qui a FOI abbiamo precorso i tempi, trovando soluzioni che poi si sono materializzate nella realtà dei progetti spaziali. Così tante che non me le ricordo neanche tutte. In una di queste cose, però, non siamo stati pionieri: i razzi. Proprio negli anni in cui FOI cessava l'attività di sviluppo, SpaceX rendeva una realtà il concetto di razzo vettore riutilizzabile col Falcon 9. Ora stanno preparando Starship e, sebbene io rimanga fondamentalmente scettico a proposito di Elon Musk e, come si dice, ci crederò quando lo vedrò sul serio, è indubbio che quel progetto abbia reso improvvisamente tutti gli altri obsoleti, almeno all'apparenza.
I razzi vettori, qui su FOI, erano il mio campo di competenza e quindi mi sono sentito responsabile per non aver innovato abbastanza. Un po' per bisogno, un po' per esuberanza, ci siamo prodigati in tanti progetti diversi: la famiglia dei Neptune, quella dei Jarvis e quella dei Quasar, senza contare l'apporto di altri fedeli developers che hanno aggiunto i loro lodevoli lavori.
Con questo concetto avrei inteso di rinnovare e razionalizzare totalmente i nostri veicoli, pensionando in un solo colpo almeno tutti Jarvis e probabilmente anche i Quasar. "Saturn X" è solo un nome di lavoro, ma come per il vecchio Jarvis il concetto deriva da un vero progetto: il Saturn S-ID, anche conosciuto come Saturn VB. Un razzo costituito essenzialmente da un primo stadio del Saturn V trasformato in una configurazione a "uno stadio e mezzo", in cui i quattro motori F1 esterni vengono a un certo punto sganciati (e recuperati) e il quinto motore prosegue fino all'orbita. In pratica un super-Atlas. Qui è lo stesso, con la differenza che i motori F1 non ci sono più, il propellente diventa il metano (come Starship) e soprattutto che il secondo stadio rientra nell'atmosfera e viene anche lui recuperato. Quindi un vettore totalmente riusabile. Il concetto è che il blocco motori viene recuperato in mare con paracadute e galleggianti, mentre il corpo centrale del vettore si colloca in una traiettoria quasi orbitale, che lo riporta alla base di lancio facendo un intero periplo della Terra, anziché girarsi e riaccendere i motori come i razzi SpaceX (una soluzione che io ho sempre considerato terribilmente inelegante, anche se sicuramente spettacolare). Una volta arrivato alla base di lancio, il veicolo, come Starship, si metterebbe in verticale, farebbe uscire quattro zampe dalle pinne di coda e si poserebbe a terra, mentre il blocco motore viene recuperato in mare.
Lo stadio è largo 10 metri, come il Saturn e 1 metro più di Starship. La scelta non è casuale: realizzando un veicolo molto ampio, quindi con un basso coefficiente balistico, il vettore vuoto, al rientro, incontrerebbe resistenza fin dagli strati più alti dell'atmosfera, dissipando subito molta velocità e scaldandosi meno, richiedendo quindi una protezione termica meno pesante.
In questa configurazione base il vettore avrebbe una capacità di payload di almeno 50 tonnellate, paragonabile al Jarvis e al Falcon Heavy. In una versione non recuperabile potrebbe portare quasi il doppio. Aggiungendo poi vari stadi superiori la capacità andrebbe a coprire tutte le esigenze fino ai massimi carichi possibili col razzo Quasar, anche se non arriverebbe alle capacità mostruose dello Starship di SpaceX.





Questa sarebbe stata la mia proposta nel caso in cui avessimo ripreso seriamente i nostri lavori. Magari da introdurre gradualmente dopo che avessimo completato la nostra esplorazione lunare coi mezzi che già avevamo. Si tratta solo di un concept, non ho fatto nessun lavoro su Orbiter ma solo una mezza giornata di modellazione di base su Anim8or e un po' di calcoli. Cosa ne pensate?