Una spedizione italiana scopre un cratere in Egitto: è
stato generato dalla caduta di un grosso meteorite circa 5mila anni fa
Novità che ci vedono ancora una volta col naso rivolo
verso l’alto, stavolta, però, seguendo una traccia lasciata sulla
Terra. Un’equipe di ricercatori italiani ha scoperto, grazie a Google
Earth, che in Egitto, circa 5mila anni fa, è caduto un grosso meteorite
che ha generato un cratere dalle forme e dimensioni simili a quelli che
si trovano sulla superficie della Luna. Gli studiosi non credevano ai
loro occhi, così sono andati sul posto a verificare di persona. E si
sono trovati di fronte ad una meraviglia che difficilmente
dimenticheranno.
Ad annunciare il ritrovamento sulla rivista Science, sono
stati Luigi Folco, geologo del Museo Nazionale dell’Antartide
dell’Università di Siena, e Mario Di Martino, dell’Inaf-Osservatorio
Astronomico di Torino, in collaborazione con ricercatori dell’Università
di Pisa e Bologna, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(Ingv), e colleghi egiziani. In realtà, il primo a mettere l’occhio –
quello virtuale – sul cratere, chiamato poi Kamil, è stato
Vincenzo De Michele, curatore del Museo Civico di Storia Naturale di
Milano, nel 2008: avvenne per caso mentre analizzava la zona disabitata
dell’Egitto meridionale, nel deserto roccioso a pochi chilometri dal
Sudan e a circa 50 chilometri dal confine libico, alla ricerca di
villaggi neolitici. Ad un certo punto su Google Earth è comparsa questa
formazione del tutto simile al cratere prodotto da una bomba di grande
potenza. “Poteva trattarsi di un bombardamento o dell’esplosione di
un missile, visto che è una zona calda dal punto di vista politico –
ha raccontato Di Martino – Abbiamo deciso di andare a guardare con i
nostri occhi. Una volta sul posto è stato subito evidente che si
trattava un cratere da impatto. La bomba era arrivata dallo spazio“.
Una voragine larga 45 metri e profonda 15 con rocce cristallizzate tutto
attorno al luogo dell’impatto, il tutto perfettamente conservato, deve
aver dato agli scienziati l’impressione di trovarsi su u altro pianeta.
La spedizione scientifica congiunta italo-egiziana ha raccolto circa 850
kg di meteoriti metalliche, su un totale di oltre 1.700 kg, composte
prevalentemente di ferro e nichel. In prima analisi, hanno determinato
che il meteorite doveva avere una massa compresa tra 5 e 10 tonnellate
ed era circa quattro volte più grande all’ingresso in atmosfera rispetto
al momento dell’urto al suolo. Questo enorme masso è piombato sulla
Terra ad una velocità che i ricercatori hanno stimato fra 3 e 4 km al
secondo. Un proiettile che si è impattato col suolo e ha lasciato tracce
che a migliaia di anni di distanza persistono come prova che il cielo
sopra di noi è vivo e sempre più spesso ci tocca.