FOI su venere

Andrew ha scritto:

Per quanto riguarda il lander: interessanti il microfono e gli strumenti per il sottosuolo. Non capisco il sensore per il vento solare che vento solare ti aspetti di trovare in superficie?

E ho pure riletto quello che avevo copiato... il sensore per il vento solare lo cancello

Per il resto le antenne esagonali mi piacevano un casino! La linea che gli avevi dato è veramente interessante per l'orbiter, mi piace un sacco.

Come pesi dell'orbiter? 600/700 kg? Forse meno...? Ho buttato un'occhio sui link precedenti e dovremmo starci...

Per il Lander? Ho letto che Venera era sui 4000/5000 Kg a vuoto, ma penso non sia solo il lander. Comunque tra capsula per l'atterraggio, scudi per evitare la corrosione il peso penso sarà altuccio...

I pesi possono cambiare tantissimo a seconda dell'approccio usato. I probe americani in genere sono molto piccoli: la "large probe" del Pioneer Venus 2, quasi uguale alla probe della Galileo, pesa circa 315 kg compreso lo scudo termico. Non ho idea di quanto pesino le probe russe ma senz'altro di più... mi pare di aver capito che un tipico lander Venera pesi tra i 500 e i 1000 kg ma non sono assolutamente certo di questi dati.

Sicuramente l'orbiter non peserà pochissimo perché deve contenere il propellente necessario all'inserzione orbitale e ai vari aggiustamenti. Il lander invece non necessita di grandi riserve di carburante (la densissima atmosfera fa da freno a un punto tale che, come detto da Fausto, in certi casi non serve neanche un paracadute).

Prevedi di rilasciare il lander prima o dopo l'inserimento orbitale?

Io pensavo di far arrivare tutto in orbita e poi eseguire lo sgancio, dando quindi al lander un eventuale MS per farlo deorbitare.

Secondo me l'MS non è necessario: basta far fare il lavoro all'orbiter. Quando sei all'apoapside abbassi il periapside in modo che lambisca l'atmosfera, sganci il lander e poi ripristini il periapside. Eventualmente il lander può essere dotato di un piccolo retrorazzo per finalizzare la discesa, ma una cosa proprio minima.

Invece secondo me il metodo più conveniente è questo: imposti un profilo di approccio che lambisca l'atmosfera nel modo giusto, ma prima di inserirti nell'orbita di Venere. Rilasci il lander magari un giorno prima e poi effettui un'altra accensione che elevi il perigeo all'altezza desiderata.
In questo modo quando esegui l'inserzione non hai il lander che ti appesantisce e non devi dotarlo di nessun retrorazzo. Inoltre le accensioni sopra proposte hanno un'entità davvero minima, tanto più bassa quanto eseguita lontano dal pianeta. Certo bisognerà dotare il lander di batterie a più lunga durata per il breve periodo di permanenza nel vuoto prima dell'ingresso nell'atmosfera venusiana, ma non credo sia un problema.
Questo è pressapoco il metodo usato per Pioneer Venus

Ah beh, sicuramente.
E' anche il metodo usato per la Galileo.

Ciao a tutti, se vi può servire ho trovato questo in internet:

http://www.planetariumpythagoras.com/pitagora/divulgazione/sistemasolare/Sistema%20Solare/CDSS/ss4/ss4.3/ss4.3.htm

spero possa essere utile

Può tornare utile per eventuale strumentazione aggiuntiva

Ottimo

Sposto qui che nella sezione tutorial devo ancora caricare altri PDF sull'aerofrenata

Andrew ha scritto:

Proprio in riferimento a Venere, l'aerofrenata potrebbe essere un'idea interessante per la sonda in fase di studio... per l'orbiter in particolare.

Si potrebbe fare, ma ci sono 3 requisiti:
-L'orbiter deve essere in grado di manovrare, almeno con gli rcs.
-Per farlo con un solo passaggio lo scudo termico deve essere molto resistente, come quello di Antares dovrebbe bastare.
-Lo scudo deve essere ovviamente esposto e coprire ad ombrello tutta la struttura.
La migliore soluzione secondo me è uno scudo termico gonfiabile usa e getta, sarebbe fattibile?